Il mio più sincero grazie a Guido Brasletti e ad Eduardo Bracame; alla gioventù, ai lontani anni 70, e a mio padre che mi portava al cinema quando ero piccolo; a Gesù Cristo e alla mia buona stella Maia che mi hanno dato la forza di fare questo viaggio; e soprattutto a Bud Spencer e a Terence Hill; senza i loro film adesso sarei una persona diversa.

Mi auspico che questo piccolo reportage non venga interpretato alla stregua del desiderio del Dott. Frankestein di far rivivere un cadavere. Gli anni 70 di Bud Spencer e Terence Hill sono già morti e purtroppo non torneranno mai più. Io, però, ho voluto, tramite questo viaggio, fare un tuffo nel passato; un tuffo in quegli anni quando, da ragazzetto, andavo al cinema a vedere la prima di “Più Forte ragazzi” accompagnato da mio papà. E soprattutto ho voluto capire perché quei personaggi, e quei posti mi sono sempre sembrati al contempo così magici e così terribilmente veri. Dopo essere ritornato da Cartagena (Colombia) ho pensato che tipi incredibili come Plata o come Salud, come Padre Pedro o come Padre G, oppure ancora come Banana Joe, non avrebbero mai potuto “vivere” in altri posti al mondo, se non in questa terra magica e incantata e, più in particolare, in questa città da favola. A Cartagena tutto è meraviglioso e, per dirla con Terence Hill, ho davvero creduto di essere “nel posto più bello del mondo”.
Più forte ragazzi, Porgi L’altra guancia e Banana Joe sono stati girati per la maggior parte a Cartagena in Colombia. Queste sono le fotografie arricchite dai racconti di Salvo Basile (caratterista spesso presente nei film della coppia che ora è cittadino colombiano e che vive a Cartagena in calle Mantilla) e dalle chiacchierate fatte seduto sul ciglio di un marciapiede con gli amici Leonidas Motta Ruiz e Pedro Osorio che, da bambini, andavano sulle mura di “Las Bovedas” o al Parque Apolo a vedere Trinity ed il pancione con la barba che giravano le scene e che menavano sberle da annebbiare la vista; e senza tralasciare le parole della Signora Patricia Villalongo che ha candidamente ammesso davanti al marito di ricordare perfettamente gli occhioni azzurri di Terence Hill, tanto azzurri da innamorarsene al primo sguardo.
Non vale la pena spendere tante parole per descrivere le impressioni personali e, d’altro canto, le parole non costituirebbero un mezzo valido per esprimere certi stati d’animo. Basti dire che negli anni 70 intere generazioni di persone hanno visto questi film e che tali film hanno fatto trascorrere a tanta gente tante ore di sana spensieratezza ed allegria.
Invio agli amici gestori del sito Budterence.tk questo piccolo reportage, fatto da me personalmente nel gennaio scorso, nel caso possa essere di loro gradimento. Se al contrario fossi riuscito adannoiarvi, credete che non si è fatto apposta.