Napoli è una metropoli. E’ caos.

Poi ti muovi per la città e scopri le insegne dei negozi di dolci con scritto “A Napoli ci sono 3 cose belle: 0’ mare, o’ Vesuvio e e’ sfugliatelle”. Ed è vero: sono 3 elementi dominanti e peraltro che non disattendono le aspettative. Il mare è bellissimo. Lo sfondo del Vesuvio un vero e proprio monumento naturale. I dolci, fenomenali.

Ma Napoli è bella tutta. E’ la capitale del sud Italia. Bisogna saperci fare per diventarne parte, per uno non abituato alle città del sud. Ma non si può negarne il fascino.

“Piedone lo sbirro” si muoveva tra queste vie, vicoli e grandi arterie con la disinvoltura di un Carlo Pedersoli che di questi posti non solo era abitudinario, ma era anche nativo. E’ innegabile questo fatto: un altro attore non avrebbe saputo ambientarsi a questo ruolo, a questa parte, a questa sceneggiatura, con il risultato obbiettivamente efficace che il film produce.

Il film è stato integralmente girato a Napoli. Considerando come quartieri di Napoli zone come Pozzuoli, che di Napoli di fatto rappresentano l’hinterland.

Le locations sono state prevalentemente 3: il centro, intorno al Maschio Angioino; l’area tra Mergellina e Posillipo; Pozzuoli. Tuttavia abbiamo deciso di creare un menu “cronologico” che ripercorre la storia del film dall’inizio alla fine, e con esso le location che sono state utilizzate. Nella cartina, invece, abbiamo riassunto dall’alto tutte le varie location con l’indicazione (avvicinandovi il mouse) di tutte le scene che hanno rappresentato.

Un ringraziamento “infinito”, infine, va dato a Raffaele Grasso. Napoletano “doc”, dipendente comunale. Dopo averlo contattato tramite il Comune per avere informazioni su alcune delle location, si è del tutto spontaneamente offerto di seguire passo passo – utilizzando un paio di giorni di ferie - il rintracciamento dei luoghi. Un gesto, questo, che in Italia solo un meridionale è probabilmente in grado di intraprendere.
E, francamente, senza di lui il reportage non avrebbe visto la luce con questa precisione.
Leonardo Baldelli


Il titolo di questo reportage, per me che ci ho lavorato, potrebbe essere “Alla mia Napoli, città del sole e di Piedone”. Mi auguro che sia letto da tantissimi, anche per tutte le immagini di Napoli che questo film del 1972 mette in risalto: “La Napoli in collina, il centro storico, il porto e parte della periferia”.

Ma vorrei anche e soprattutto “raccomandare” come cittadino ed amante della città in cui vivo e in special modo ai napoletani, ed anche ai cittadini di tutto il mondo che vengono a visitarla, di amare la propria città, di essere orgogliosi della propria città e di darsi da fare positivamente per la propria città. Bastano piccole e semplici cose per vivere meglio e migliorare. Nonostante questa Napoli viene sempre menzionata in televisione, sui giornali per tanti fatti di cronaca, per la microcriminalità, per la spazzatura, per la camorra, personalmente quando vedo le immagini di Napoli in televisione o nei film, mi viene sempre un magone, un nodo in gola, ma ne resto sempre affascinato.

Questo vuol dire essere innamorato della propria città, quando ti senti qualcosa dentro. In quel momento non so cosa farei per cambiare certe cose, per cambiare la mentalità di quelle persone che ci fanno stare sulla bocca di tutti.

Ma la città di Piedone, che è anche la mia, nonostante certe defaillance, è e resta sempre talmente attraente: con le sue bellezze, il folklore, le usanze, la sua gastronomia e dulcis in fundo dall’alto dei suoi incantevoli panorami ti senti orgoglioso e innamorato ancora di più, perché Napoli è, e rimane comunque, la città del sole e degli innamorati.

Sono stato contentissimo di essere stato inconsapevolmente coinvolto in questo Reportage e di aver contribuito, spero, alla sua buona riuscita. Così anch’io potrò dire … quel giorno c’ero, sia come amante della mia città e conoscitore, sia come ammiratore di Bud e Terence. Per cui oggi, a distanza di 40 anni, voglio ringraziare la troupe e tutti gli autori che hanno girato il film scegliendo Napoli, e un ringraziamento speciale a quelli che oggi curano questo sito.
Raffaele Grasso